LA BASILIQUE CACHÉE

Le long de l’axe du decumanus maximus, près de la Porte prétorienne mais un peu en retrait, se trouve un lieu solitaire où l’on peut découvrir deux témoignages extraordinaires de l’histoire paléochrétienne de la ville : la Collégiale des saints Pierre et Ours et l’église paléochrétienne Saint-Laurent.

Cette dernière, protégée par un grand tilleul séculaire, abrite les vestiges de l’édifice qui, entre le Ve et le VIIIe siècle après J.-C., a accueilli les dépouilles mortelles des premiers chrétiens du diocèse, déposées près de celles de leurs évêques.

Une visite de l’Aoste d’antan ne peut que se terminer par cette petite église funéraire hors les murs, un site essentiel pour comprendre le passage crucial qui a transformé la grandiose cité romaine en une nouvelle réalité urbaine, au terme d’un changement socioculturel profond et radical provoqué par la diffusion du christianisme.

CENNI STORICI  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

PERCORSI DI VISITA  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

MEDIA GALLERY  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

PROTAGONISTI  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

ACQUISTA IL BIGLIETTO Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

Information
Église paléochrétienne Saint-Laurent
Place Saint-Ours
AOSTE
tél. 3496429216
courriel : beniculturali@regione.vda.it
Horaire
Octobre – Mars : 10h – 13h / 14h – 17h
Avril – Septembre : 9h – 19h
Fermé le 25 décembre et le 1er janvier
Billets
Pour accéder au site il faut acheter le billet combiné « Aoste archéologique », qui comprend l’entrée au MAR-Musée Archéologique Régional, au Cryptoportique du forum et à l’Église paléochrétienne Saint-Laurent.
Site sans billeterie: s’adresser à celles du MAR-Musée Archéologique Régional ou du Cryptoportique du forum.
Avec le billet combiné « Aoste archéologique » il est possible d’acheter un billet à tarif réduit pour l’accès à l’Aire mégalithique d’Aoste.

APERÇU HISTORIQUE

Dans une zone située juste à l’extérieur des murs d’enceinte de la ville, aux marges de l’axe routier qui reliait l’Arc d’Auguste à la Porte prétorienne, où une importante nécropole se développa à l’époque romaine, une église funéraire fut construite au Ve siècle après J.-C. Cet édifice était unique, tant par son plan que par ses structures liturgiques et son lien physique et rituel avec le bâtiment qui deviendra le siège de la Collégiale. Au VIIIe siècle, l’église fut d’abord ravagée par un violent incendie, puis détruite par une terrible inondation. Au moment de sa reconstruction au IXe siècle, Saint-Laurent avait perdu sa fonction de basilique funéraire et était devenue un simple lieu de culte ouvert aux fidèles et aux dimensions beaucoup plus réduites que l’église cruciforme d’origine. De fréquents remaniements entre le XIe et le XVe siècle ont complètement effacé la phase romane, modifiant à plusieurs reprises les dimensions, l’aspect et la fonction des différentes parties de l’église jusqu’à ce que, en 1642, celle-ci soit entièrement reconstruite dans la forme actuelle et avec son abside orientée vers l’Ouest, à l’opposé de l’abside d’origine. Église paroissiale jusqu’à la fin du XVIIIe siècle, elle a ensuite été utilisée comme siège de la Confrérie du Saint-Sacrement. Entrepôt militaire pendant la Première Guerre mondiale, puis salle paroissiale, Saint-Laurent est aujourd’hui un lieu d’exposition prestigieux consacré aux artistes locaux et aux thèmes alpins.
https://youtu.be/RbrmaBJZE4E

PROTAGONISTES

San grato
San grato Chiesa Paleocristiana di San Lorenzo Aosta
Deuxième évêque, après son maître Eustasius, saint Grat est aujourd’hui le patron de la ville et du diocèse d’Aoste. Il vécut au Ve siècle, se forma à l’école d’Eusèbe de Verceil et fut l’un des plus actifs évangélisateurs de la Vallée d’Aoste.
Le martyrologe affirme que l’on attribuait des vertus extraordinaires à sa pierre tombale et que le contact avec celle-ci pouvait même permettre de guérir de la lèpre : c’est pourquoi elle fut transportée dans la léproserie de Saint-Christophe. Après la fermeture de la léproserie, la pierre portant l’épigraphe fut placée dans l’église locale comme une relique, tandis que les restes de l’évêque furent probablement transportés dans la cathédrale.
Saint Grat est le protagoniste d’une importante légende, la Magna legenda Sancti Grati, attribuée au chanoine Jacques des Cours, qui vécut au XIIIe siècle. Même s’il a été démontré que ce récit est totalement imaginaire, la tradition a facilité la diffusion de la connaissance de ce saint, vénéré comme protecteur contre les calamités naturelles, les épidémies et les incendies. Aujourd’hui encore, les reliques du saint, conservées à la cathédrale dans une splendide châsse, sont portées en procession dans les rues d’Aoste le 7 septembre et l’honneur de les escorter revient aux jeunes de Fontainemore, vêtus de manière caractéristique et armés d’un sabre.

map

Area3 Area6 Area7 Area13 Area9 Area10 Area11 Area12

DÉCOUVREZ LES CHÂTEAUX, LES SITES ARCHÉOLOGIQUES ET LES MUSÉES DE LA VALLÉE D’AOSTE

CHOISISSEZ VOTRE DESTINATION

map

Area1

Area3 Area4 Area5

DÉCOUVREZ LES CHÂTEAUX, LES SITES ARCHÉOLOGIQUES ET LES MUSÉES DE LA VALLÉE D’AOSTE

CHOISISSEZ VOTRE DESTINATION

CHÂTEAU DE FÉNIS

CHÂTEAU DE FÉNIS 6

CHÂTEAU DE FÉNIS7