Labyrinthique
écrin d’art et d’histoire
Sa chapelle est décorée des peintures réalisées au XIIIe et au XVe siècle, mais le véritable joyau du château, splendidement conservé, est son rarissime plafond « des têtes », réalisé vers les années 1430. Il est orné de petites têtes sculptées, conçues pour surprendre les visiteurs, les effrayer ou se moquer d’eux : personnages fantastiques, monstres, êtres humains partiellement dénudés, animaux hybrides, dragons et sirènes peuplent les poutres en bois de la salle, dans un foisonnement d’une extraordinaire originalité.
Le château conserve également des meubles et des peintures appartenant à la famille Sarriod de La Tour, qui en a été propriétaire pendant neuf siècles.
CENNI STORICI Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
PERCORSI DI VISITA Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
MEDIA GALLERY Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
PROTAGONISTI Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
ACQUISTA IL BIGLIETTO Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
Information Sarriod de La Tour rue de tour (parking) SAINT-PIERRE tél. 0165904689 courriel : beniculturali@regione.vda.it |
Horaire Octobre – Mars : 10h – 13h / 14h – 17h Avril – Septembre : 9h – 19h Fermé le lundi, sauf en juillet et en août et les lundis de fête Fermé le 25 décembre et le 1er janvier |
COMMENT VENIR
D’Aoste et de l’A5 (sortie Aoste Ouest) suivre la SS26 en direction Courmayeur jusqu’au pied de l’église de Saint-Pierre, tourner à droite et suivre les indications pour le parking.
De Courmayeur, une fois arrivés à Saint-Pierre, après avoir dépassé le château – visible sur la droite – tourner vers le village pour arriver au parking.
APERÇU HISTORIQUE
PROTAGONISTES
Jean de Sarriod, fils de Louis, est né vers 1402 et mort en 1460. Après avoir épousé Catherine de Jean de Montbel, il épouse Béatrice di Martino d’Aglié, des comtes de San Martino, dont il a deux fils : Antoine, qui continue la lignée, et Pierre, chanoine de la cathédrale d’Aoste.
En 1418, Jean et son frère Yblet se partagent l’héritage de leur père, donnant naissance non seulement à deux seigneuries distinctes, mais aussi à deux lignées dynastiques différentes : du fils aîné Yblet descendent les Sarriod d’Introd, tandis que du cadet Jean naissent les Sarriod de La Tour. Jean est surtout connu pour avoir agrandi la précédente maison forte vers 1432, dans la forme qui est la sienne aujourd’hui.
Jean-Gaspard Sarriod de la Tour est nommé porte-drapeau dans le régiment provincial d’Aoste en 1722 et rejoint ensuite les Gardes royales, se rendant alors à Turin. En 1727, il revient à Aoste, d’abord comme lieutenant du régiment de la « milice », puis comme capitaine de la compagnie d’Aoste. En 1728, il épouse Marie-Madelaine, fille de Jean-Baptiste de Tillier. S’ensuivent des années marquées par de longues affaires judiciaires sur des questions d’héritage. Jean-Gaspard obtient de nombreuses affectations militaires aux fortunes diverses, mais la dernière décennie de sa vie est marquée par de graves problèmes financiers. Amoureux de la beauté et séduit par le luxe des cours, entre 1732 et 1733, il commande à la grande artiste Giovanna Battista Buzano, dite Clementina, son propre portrait, qui ne sera livré au château que deux ans plus tard, mais Jean-Gaspard n’est alors pas en mesure de payer la facture. Ce tableau est aujourd’hui exposé au musée. Jean-Gaspard meurt en 1760.
Christine Élise Philomène naît le 6 mai 1836. Elle est la fille du comte Antoine-Marie Sarriod de La Tour « de Bard », lieutenant du régiment de Novare, et de Marie-Élise de Coularé de la Fontaine, membre d’une noble famille normande. Après la mort de son frère Antoine Gaétan (1853) et de ses sœurs Marie-Dauphine (1895) et Césarine- Clotilde (1897), Christine qui n’est pas mariée, vit à Aoste, dans la maison située du côté Sud de l’actuelle place Émile Chanoux, en compagnie de sa fidèle domestique Alexandrine, s’occupant d’œuvres de charité et de bienfaisance. Dernière descendante de la famille, la comtesse meurt le 4 novembre 1923. Elle est enterrée auprès de sa mère et de ses sœurs, dans la crypte familiale au cimetière de Saint-Pierre.
En suivant l’évolution des espaces du château, on rencontre Antoine (né avant 1460 et mort vers 1494), fils de Jean Sarriod de La Tour, dont le nom est lié à la commande des fresques de la crucifixion et de saint Christophe portant l’Enfant Jésus sur ses épaules, représentées à l’entrée de la chapelle. Antoine avait en effet refondé la chapelle en 1478, pour y installer une chapellenie dédiée à la Vierge et à saint Jean l’Évangéliste. Comme les deux personnages apparaissent au premier plan de la scène de la crucifixion, il est probable que les peintures aient été exécutées entre 1478 et les années suivantes. Le peintre anonyme des deux représentations est désigné par un nom conventionnel lié au commettant, « Maître d’Antoine Sarriod de La Tour ».
POUR EN SAVOIR PLUS
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