La puissante forteresse de la maison Challant

Pour protéger le Val d’Ayas, la famille Challant décide de faire construire le château de Verrès, sur un éperon rocheux surplombant le torrent Évançon.

Un cube de pierre, une puissante forteresse militaire au caractère austère, mais riche de détails architecturaux raffinés, dont la fonction défensive est évidente : pour l’atteindre, il faut emprunter un chemin muletier, mais une fois au sommet, la vue sur la vallée est inégalable. C’est Iblet de Challant qui est à l’origine de cette construction si innovante pour l’époque : une structure monobloc de trois étages, reliés entre eux par un imposant escalier en pierre à arcs rampants, un véritable chef-d’œuvre architectural.

Chaque année, les salons de cette demeure s’animent à l’occasion de l’arrivée des personnages du Carnaval historique de Verrès, dont la véritable protagoniste est Catherine de Challant, fille du comte François Ier, qui lutta pour conserver son titre même si la loi l’en empêchait.

CENNI STORICI  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

PERCORSI DI VISITA  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

MEDIA GALLERY  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

PROTAGONISTI  Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

ACQUISTA IL BIGLIETTO Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.

Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.

La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.

Information
Castello di Verrès
Lieudit Château
VERRES
tél. 0125929067
courriel : beniculturali@regione.vda.it
Horaire
Octobre – Mars : 10h – 13h / 14h- 17h
Avril – Septembre : 9h – 19h
Fermé le 25 décembre et le 1er janvier
Fermé le lundi, sauf en juillet et en août et les lundis de fête

COMMENT VENIR
Depuis l’autoroute A5, sortir au péage de Verrès et suivre les indications pour le centre-ville. Un escalier part de la place centrale (place É. Chanoux) et permet d’accéder au château en 15 min. environ.
Le trajet à pied est plus court si l’on monte en voiture au hameau d’Omens, via la route qui part de l’aire de sports et que l’on emprunte ensuite le sentier en pente raide qui mène au château en 5 min.

APERÇU HISTORIQUE

Le château de Verrès est situé sur un éperon rocheux, dans une position dominante permettant de contrôler l’accès au Val d’Ayas, à deux pas du torrent Évançon. Grâce aux documents d’archives, nous savons qu’il a pris son aspect actuel aux alentours des années 1390. Une observation attentive du côté Ouest du bâtiment suggère l’existence de structures plus anciennes. D’ailleurs, la famille De Verretio et la présence d’un château sur ce territoire sont documentés depuis 1287. Les archéologues ont toutefois démontré que ce site accueillait déjà des habitations vers la fin de l’époque romaine, entre le IIe et les IVe à Ve siècles apr. J.-C. La structure actuelle est compacte : un parallélépipède de 30 mètres de côté, à l’évidente fonction défensive. Sa construction est due à Iblet de Challant, comme le démontrent certains mots inscrits en caractères gothiques sur un des portails d’entrée. Mais c’est à René de Challant que l’on attribue la réalisation, en 1536, des travaux qui, à la maison forte, ont ajouté des remparts et des structures adaptées aux nouvelles armes à feu. Dès l’entrée du château, l’on remarque les différents styles des fenêtres, des portails et des structures, qui révèlent plusieurs interventions successives. Les trois étages de l’édifice sont reliés par un escalier monumental en pierre. Les pièces sont dépouillées, mais il est intéressant d’observer la répartition des espaces : ceux destinés au service sont situés au dernier étage, mais les salles d’armes, conçues pour accueillir aussi les hommes de garde, se trouvent au rez-de-chaussée, tandis que les salles réservées aux seigneurs occupent le premier étage. Ces dernières sont éclairées par d’élégantes fenêtres géminées, c’est-à-dire en deux parties, tandis que la grande salle à manger est reliée par un passe-plat à la cuisine, dotée de trois amples cheminées.
https://youtu.be/WzYW9UX-R7I

PROTAGONISTES

Caterina Challant
Ibleto Challant
Renato Challant
Caterina Challant Castello Verres Aosta
Catherine, qui naît vers 1415, est la fille de Françoise Maréchal de Meximieux et de François, premier comte de Challant et seigneur de Verrès. En 1430, elle épouse son cousin Jean de Challant et lui donne deux filles. Haute figure controversée, autour de laquelle sont nées bien des légendes, elle est au cœur d’un conflit lié à l’héritage de son père avec sa sœur Marguerite et d’autres branches de la famille, notamment au sujet des droits sur le château de Verrès. Les hostilités durent 14 ans et prennent fin avec la mort sur le champ de bataille de son second mari, Pierre Sarriod d’Introd. Les possessions de la famille et le titre de comte passent alors à Jacques d’Aymavilles. Catherine sera aussi citée en procès parce que soupçonnée d’avoir eu recours à la magie pour s’opposer à ses adversaires. Elle épouse en troisièmes noces Pierre de Chissé, bailli (personnage officiel, chargé de missions administratives) d’Aoste et meurt vers 1476.
Ibleto Challant Castello Verres Aosta

Yblet, qui naît vers 1330, s’éteindra à l’âge vénérable de 79 ans. Longtemps capitaine général et gouverneur du Piémont, il assume, au fil du temps, de nombreuses charges civiles et militaires grâce à la considération dont il jouit à la cour des Savoie. En 1372, il reçoit d’Amédée VI le fief de Verrès où il fait construire la sévère forteresse dont il fera ensuite sa demeure. En 1379, il acquiert le fief d’Issogne : c’est à partir de ce moment-là qu’il va s’occuper aussi de ce manoir, qui appartenait auparavant à l’évêque. Il épouse Jacquemette de Challant, puis, en secondes noces Jeanne de Nus. C’est l’un de ses fils qui lui succède, François, lequel sera nommé premier comte de Challant par Amédée VIII de Savoie, en 1424.

Renato Challant Castello Verres Aosta

René, cinquième comte de Challant, vit pendant de longues périodes à l’étranger, retenu par les mandats politiques que lui confient ses alliés de la maison de Savoie. De retour en Vallée d’Aoste, il habite dans ses châteaux d’Issogne, d’Aymavilles ou de Châtillon. En 1536, la guerre avec la France et les remous que la réforme calviniste est susceptible d’engendrer le poussent à améliorer les structures défensives de ses possessions. Il transforme notamment le château de Verrès en forteresse militaire, en renforçant son enceinte extérieure qu’il dote de canonnières et de bastions.
Le comte de Challant épouse en premières noces Bianca Maria Gaspardone puis, celle-ci ayant été condamnée à mort pour l’assassinat de son amant, il se remarie avec Mencie de Bragance, noble portugaise, qui lui donnera deux filles, Philiberte et Isabelle. La famille est représentée sur certains des panneaux qui ornaient le maître autel de la cathédrale d’Aoste, inauguré en 1546 et financé par Mencie de Bragance.

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