L’élégante demeure de l’art moderne
D’aspect rigide et austère, il ressemble plus à une demeure entourée d’un un grand parc, d’où l’on découvre une vue spectaculaire sur toute la vallée. Il abrite le tout premier ascenseur de la Vallée d’Aoste, qui permettait à Angélique Passerin d’Entrèves, l’épouse chérie du baron, de passer d’un étage à l’autre de sa demeure.
Le château accueille aujourd’hui la collection d’art moderne et contemporain de la Région autonome Vallée d’Aoste, constituée grâce aux acquisitions et aux dons effectués au fil des ans. La dernière œuvre entrée dans le patrimoine du château Gamba coiffe sa tour centrale : il s’agit d’une installation lumineuse de Massimo Uberti, Orbita, qui couronne ce siège officiel des courants artistiques d’avant-garde.
CENNI STORICI Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
PERCORSI DI VISITA Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
MEDIA GALLERY Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
PROTAGONISTI Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
ACQUISTA IL BIGLIETTO Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
Information Château Gamba Hameau de Crêt-de-Breil CHÂTILLON tél. 0166 563252 courriel : info.castellogamba@regione.vda.it ou beniculturali@regione.vda.it |
Horaire Octobre – Mars : 10h – 17h Avril – Septembre : 9h – 19h Fermé le 25 décembre et le 1er janvier Fermé le lundi, sauf en juillet et en août et les lundis de fête |
TEMPORAIREMENT FERMÉ
Fermé du 18 mars au 13 juin 2025
COMMENT VENIR
Châtillon est à 24 km d’Aoste. Accès en voiture (autoroute A5, sortie Saint-Vincent/Châtillon) ; en train (gare de Châtillon) ; en autocar depuis Aoste, Turin, Milan
APERÇU HISTORIQUE
PROTAGONISTES



Carlo Maurizio Gamba, responsable de la construction du château du même nom, appartenait à l’une des familles de la haute bourgeoisie piémontaise connue dans les domaines médical et légal, mais aussi dans celui de la culture – de la peinture en particulier -, avec Enrico, artiste renommé, et Francesco, peintre et directeur de la Pinacothèque royale de Turin. Le baron Carlo Maurizio, licencié en droit et activement engagé dans les milieux catholiques et politiques, se présente aux élections municipales de Châtillon alors que le château vient d’être achevé. La résidence est construite pour son épouse, Angélique Passerin d’Entrèves, originaire du lieu, où se trouve encore aujourd’hui le château familial. Par le biais d’alliances matrimoniales complexes, les Gamba et les Passerin d’Entrèves sont également apparentés aux Bombrini, propriétaires depuis 1895 du château d’Aymavilles, et aux Barons Jocteau, commettants du château du même nom situé près d’Aoste, qui abrite aujourd’hui l’École militaire alpine.

Depuis le début du XIXe siècle, avec la mort de Jules-Jacinthe, fils de Gabriella Canalis di Cumiana et de François Maurice Grégoire de Challant, l’ancienne famille Challant, l’une des plus importantes du Moyen-Âge en Vallée d’Aoste, perd sa descendance directe, qui passe à la famille Passerin d’Entrèves de Châtillon. En effet, Gabriella, veuve et sans enfant, épouse Amedeo Ludovico Passerin d’Entrèves en 1814. En 1895, Angélique Passerin d’Entrèves, fille du comte Cristino, épouse le baron Carlo Maurizio Gamba, qui fait construire le château du même nom à Châtillon pour permettre à son épouse de rendre visite à sa famille d’origine, qui y possède déjà une résidence.
POUR EN SAVOIR PLUS
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