Alto 56 m dal livello del corso d’acqua e lungo più di 50, presenta una struttura ad arcata unica realizzata interamente in muratura e progettata con un duplice passaggio. Quello superiore, a cielo aperto, presenta un condotto idrico pavimentato con grosse lastre di pietra squadrate e rivestito di apposita malta idraulica, che consentiva lo scorrimento dell’acqua. Quello inferiore, coperto ma aerato e illuminato, permetteva il transito pedonale ed era accessibile tramite due ingressi. Il manufatto faceva parte di un lungo acquedotto che aveva la sua opera di presa in località Chevril (975 m s.l.m.) e terminava ad Aymavilles, dove l’acqua veniva sfruttata, appunto, per la lavorazione del pregiato marmo bardiglio con cui, nel corso del I sec. d.C., venne monumentalizzata la città di Augusta Prætoria. Senza dubbio questo ponte-acquedotto è una delle opere romane che meglio rappresentano la sintesi tra architettura e ingegneria nel nord Italia.
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