Fin dal periodo repubblicano, lo Stato romano delegava ad appaltatori privati (come nel caso del Pont d’Aël) o publicani (ossia dipendenti governativi incaricati della gestione dei terreni pubblici) l’organizzazione e la cura del funzionamento di settori strategici quali la riscossione delle tasse, l’approvvigionamento di generi alimentari e la coltivazione delle cave. A essere gestita attraverso il sistema degli appalti era inoltre un’infinita varietà di attività, che andavano dalla cantieristica navale al rifornimento degli eserciti e, addirittura, al reperimento degli animali sacrificali. La politica di acquisizione delle cave attuata da Augusto, assieme al largo ricorso al marmo nel programma edilizio di questo imperatore, mostrano in tutta evidenza il ruolo assegnato al marmo nell’ideologia ufficiale.

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