L’interno della chiesa paleocristiana è occupato da numerose tombe di diversa tipologia: le più importanti si addensano nelle aree privilegiate quali la zona presbiteriale, le absidi e la solea (il corridoio centrale). Grandi tombe in muratura coperte da lastre in marmo bardiglio locale, oppure più piccole intonacate da malta rossiccia e coperte da laterizi romani reimpiegati; dai sarcofagi alle semplici casse in legno, queste sepolture attestano gli usi funerari dal V all’VIII secolo d.C. La pratica dell’inumazione si diffonde dal II secolo d.C. fino a connotare l’epoca cristiana. I defunti venivano avvolti in un sudario, quindi deposti supini su un letto ligneo con gli arti superiori raccolti o sul petto, o sull’addome, oppure sul pube.
Particolarmente significativi i corredi di due importanti personaggi maschili di origine nordica databili alla metà del VII secolo: fibbie ageminate con motivi geometrici e animali tipici della cultura burgunda e longobarda, bicchieri in pietra ollare e un coltellino per uso quotidiano. A San Lorenzo sono conservate le iscrizioni funerarie di tre illustri vescovi aostani della prima età cristiana: Grato (sepolto il 7 settembre 470 e oggi patrono della diocesi), Agnello (sepolto nel 526) e Gallo (sepolto il 5 ottobre 546).
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