Il primo intervento umano documentato nel sito è l’incisione del terreno con solchi riferibili a una probabile aratura. Si tratta di solchi regolari, profondi circa 20 cm e dal profilo triangolare che formano delle linee parallele il cui andamento è condizionato dalla morfologia del luogo.
Questa aratura, forse dettata da ragioni cultuali e quindi interpretabile come azione rituale, fu realizzata sul finire del V millennio a.C., durante il tardo Neolitico. Una datazione rivoluzionaria in quanto più antica rispetto agli abituali dati di confronto riferibili alla metà del millennio successivo.
Una testimonianza che può richiamare il mito degli Argonauti, quei 50 eroi che, sotto la guida del prode Giasone, intrapresero l’avventuroso viaggio a bordo della nave Argo. Un viaggio che li condurrà per terre sconosciute alla conquista del vello d’oro. Giasone chiese il vello d’oro al re Eeta, il quale acconsentì a concederglielo, ma solo dopo che fosse stato arato un campo per seppellire i denti di un drago ucciso da Cadmo dai quali nascono nuovi guerrieri. Dal mito alla realtà: ad Aosta la terra arata era chiamata a essere nutrice di una solida stirpe di uomini.

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