Nella zona Nord del sito, dopo la prima aratura, fu scavata una serie di 15 grandi fosse circolari dette anche “pozzi”, diverse per larghezza, profondità (alcune raggiungono 2 metri) e contenuto. Tra V e IV millennio a.C., mani devote non solo hanno scavato queste cavità, ma sul fondo vi hanno deposto macine, cereali, e resti di frutti. Leguminose come vecce e cicerchie; cereali come il farro e il frumento; carboni di quercia e di pino testimoniano i falò che sigillarono la superficie delle fosse. Resti che ci parlano di un paesaggio agrario remoto e di contadini che lavoravano la terra venerando le forze della natura affinché fossero loro favorevoli. Queste fosse, dunque, dovevano accogliere offerte a quelle divinità che presiedevano agli eterni cicli di vita, morte e rinascita.
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