Negli ultimi decenni dell’Ottocento l’architetto Alfredo D’Andrade entrava nel castello, purtroppo in stato di abbandono; ne poteva però ancora cogliere “la solidità delle muraglie, la vastità degli ambienti e la potenza delle volte, la costruzione delle porte, delle finestre e degli enormi camini” realizzati con eleganza e grande competenza da abili maestri. Uno degli aspetti più sorprendenti del castello è dato infatti dai camini monumentali, presenti in molte sale, che servivano a scaldare gli ambienti e a preparare le pietanze. Ve ne sono diversi nelle cucine al piano terreno, mentre al primo piano ce n’è uno di dimensioni colossali, con due pilastri elaborati ai lati. I camini si devono a maestranze diverse attive al castello tra la fine del XIV e il XV secolo.
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