Austere Medieval towers and Baroque charm
Its present-day look is the result of the wishes of its 18th-century owner Joseph-Félix de Challant, who decided to meld the Medieval and Baroque to create a unique, eclectic building.
Today, two tales of 19th-century collection are told inside the castle, namely that of Vittorio Cacherano Osasco della Rocca Challant, the last descendant of the noble Challant family, together with that of the Académie de Saint-Anselme, a learned society whose focus is on historical local artefacts, born at almost the same time as the former. A sort of welcoming 19th-century house-museum will surprise all visitors, but one never loses the connection with the tale of its Medieval origins, the highlight of which is in the attic, in the form of the splendid original wooden-beamed structure of the roof, dating back to the 15th century.
CENNI STORICI Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
PERCORSI DI VISITA Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
MEDIA GALLERY Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
PROTAGONISTI Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
ACQUISTA IL BIGLIETTO Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, il castello conserva i caratteri di una elegante e raffinata dimora signorile della fine del Quattrocento.
Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati e uniti, creando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all‘italiana, sul cui alto muro di cinta erano dipinti personaggi famosi ed eroi. L’ampio porticato al piano terreno protegge una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre il centro del cortile è ornato dalla celebre fontana in ferro forgiato detta del Melograno, simbolo di prosperità. Molti ambienti del castello sono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, quali gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica.
La dimora fu acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo: egli, con un’attenta campagna di restauro, restituì al maniero il suo splendore. Il castello di Issogne si presenta oggi con alcuni elementi dell‘originale mobilia e altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento che insieme a numerosi oggetti d‘uso domestico ripropongono l‘ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo, al quale è stato recentemente dedicato un percorso di visita.
Information Castello di Aymavilles Località Castello 1 AYMAVILLES tel. 0165906040 e-mail: beniculturali@regione.vda.it |
Opening times October – March: 10.00 – 18.00 April – September: 9.00 – 19.00 Closed on 25th December and 1st January Closed on Mondays except in July, August and public holidays |
HOW TO GET THERE
From Aosta take the SS26 for Courmayeur – Monte Bianco and, after passing through the main built-up area of Sarre you will arrive at a roundabout. Take the exit (left) for Cogne. Continue along the road in the direction of Aymavilles and follow the road signs for the castle. Visitors arriving from the A5 Monte Bianco motorway should take the Sarre exit and continue towards Plan de Sarre until reaching Aymavilles.
A BRIEF HISTORY
PROTAGONISTS
Amedée’s son, he was lord of Aymavilles and held the roles of squire to Louis, Duke of Savoy, master-at-arms to Louis XI, King of France, bailiff of the Aosta Valley and Faucigny regions, podestà and governor of Vercelli and castellan of Chillon. On the death of his cousin François, first count of Challant, in 1442, he started a long dispute with the latter’s daughter, Catherine, over the succession to the countship, resulting in violent clashes. In 1451 he fell into disgrace and was exiled for having taken part in the “Cypriots” plot. In 1456 he obtained pardon from Duke Louis, who awarded him the title of Count of Challant. Towards the mid-15th century he raised the height of the four towers of Aymavilles Castle, also creating a wooden roof whose beams can still be admired to the present day. He died on 14th June 1459.
Amedée was born around the mid-14th century and was lord of Aymavilles and Châtel-Saint-Denis. In his youth he took part in an expedition of Louis, Duke of Bourbon, to the East to defend the Kingdom of Cyprus. In Turkey he fought against the Turks for Sigismund of Luxembourg, Holy Roman Emperor. A squire of Amadeus VII and advisor to Amadeus VIII, he held various political-administrative roles and took part in numerous military campaigns for the House of Savoy. He carried out delicate missions to the Pope and Emperor; he negotiated agreements between the counts of Savoy and Masino, between the princes of Achaea and the marquises of Monferrato and between the Bernese and the people of Valais. Close examination of the dates tells us of a curious event; the marriage of Amedée to Louise de Miolans in 1411, followed by their entering the castle two years later, in 1413. We must imagine that for the latter date the castle had been transformed into residence of absolute prestige, thanks also to the addition of the four towers that still today distinguish its appearance. He died around 1423.
Born at the start of the 14th century to Geoffrey, lord of Fénis and Ussel, he was the lord of Fénis and Aymavilles. He commissioned works at Ussel Castle to make it more noble and majestic. A faithful associate of Amadeus VI and Amadeus VII, counts of Savoy, he occupied many political-administrative roles from 1331 onwards for more than half a century; during this period he took part in various military campaigns in Piedmont, Valais, Pays de Gex, the Vienne area, and Faucigny. An advisor to the count and an auditor in the Court of Audit, he was also appointed podestà of Ivrea. The departure of Amadeus VI for the crusades strengthened his position, with him being appointed to the Regency Council in 1366, to assist Countess Bonne of Bourbon, who had been given full power. He died around 1385.
Vittorio Cacherano Osasco della Rocca, son of Count Pietro Giuseppe Vittorio and Thérèse de Challant, requested and was given permission to also use his mother’s surname, in memory of the noble family from the Aosta Valley of which Thérèse was the last heiress. Vittorio Cacherano oversaw the management of Aymavilles Castle, inherited from his mother in 1837, going there at various times throughout the first half of the 19th century. In around 1840 he dedicated himself specifically to the project to modernise the rooms and decorations on the walls and doors. He also housed his fine collection, consisting of paintings, coins, books and precious objects and whose present whereabouts are unknown, in the rooms of the abode.
“Madame Joséphine” (1805-1850) is a key figure in the history of Aymavilles Castle: born Allegroni, at a young age she became the widow of Giuseppe Giovine (for this reason she was known as Madama Giovine or Giovane). Lady-in-waiting to Countess Thérèse de Challant, she lived on the second floor of the castle as the writing painted on her room recalls. Upon the death of the countess she became the wife of Vittorio Cacherano della Rocca, although the marriage was celebrated in private, probably in 1840. It was not until after her death, however, that Madama Giovine would be recognised as Vittorio’s wife and be called, at least on her epitaph, “Giuseppina della Rocca”.
Over the centuries the castle underwent various modifications to its structure, layout of rooms, and furnishings. The last significant architectural transformation was at the behest of Joseph-Félix de Challant: between 1715 and 1728, to make the manor house more comfortable and suitable for residential needs, he introduced Late Baroque elements such as the oval apertures, stucco decorations and external double-flight grand staircase. The western loggia was enclosed with three huge windows framed by columns made of local marble, creating an evocative space known as Galerie. Upon the death of Joseph-Félix, in 1748, an inventory of the furnishings of the castle was carried out, allowing us to imagine how the inside must have looked. The Baroque refurbishments also involved the garden in front of the castle, including a circular fountain and niche being inserted at the base of the staircase.
In 1895 Count Clemente Verasis, in debt and heirless, sold Aymavilles Castle to the Genoese industrialist Raffaele Bombrini, whose family owned it until 1970, the year in which it was bought by the Valle d’Aosta Autonomous Region. The Bombrini family’s interest in the castle had its roots in the fashion in the late 19th and early 20th centuries for holidays in the mountains, together with the rise of the entrepreneurial bourgeoisie. Several photos from the Bombrini archive remain showing daily life at the castle. Visited most frequently during the summer, the abode was used to celebrate weddings as wells as for social occasions with the rest of the family.
FOCUS
DISCOVER THE CASTLES, ARCHAEOLOGICAL SITES AND MUSEUMS OF THE AOSTA VALLEY
CHOOSE YOUR DESTINATION
DISCOVER THE CASTLES, ARCHAEOLOGICAL SITES AND MUSEUMS OF THE AOSTA VALLEY
CHOOSE YOUR DESTINATION
DISCOVER THE CASTLES, ARCHAEOLOGICAL SITES AND MUSEUMS OF THE AOSTA VALLEY
CHOOSE YOUR DESTINATION